Fondato su una filosofia alternativa di ‘lavoro’, lo smart working, o lavoro agile, si sta dimostrando davvero vantaggioso. Sono di natura diversa i punti positivi di questo sistema lavorativo tanto in voga.
Secondo una ricerca del 2019 condotta dall’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, i vantaggi più rilevanti hanno a che fare con il miglioramento dell’equilibrio tra vita professionale e privata, da una parte, e con la crescita della motivazione e del coinvolgimento dei dipendenti, dall’altra.
Nonostante la soddisfazione generale nei confronti dello smart working (attribuibile al 76% dei lavoratori), non bisogna tralasciare quelli che sono i punti critici di questa nuova forma intelligente di lavorare. In questa sede, ad esempio, ci focalizzeremo sugli effetti causati dalla sedentarietà.
L’importanza di fare yoga mentre lavoriamo da remoto
Se è vero che lo smart working potrebbe diventare una buona abitudine, è anche vero che abbiamo bisogno di trovare un modo per far fronte alla riduzione drastica di movimento fisico, che, come sappiamo, potrebbe causare un forte stress emotivo.
Passiamo tante ore seduti alla scrivania, rispondendo alle varie e-mail, inserendo dati nel computer o partecipando a videoconferenze. Capita anche di restare fermi nella stessa postazione lavorativa fatta in casa per più ore di quante ne avevamo programmate in principio: talvolta nemmeno una pianificazione giornaliera accurata del lavoro può aiutarci a non cadere in questo tranello!
Una soluzione efficace che ci permette di distrarci e di lasciar respirare la mente è lo yoga. Essendo appassionati di questa disciplina multifunzionale, vogliamo condividere di seguito alcuni esercizi semplici e accessibili a tutti. Tutto ciò di cui avete bisogno è un tappetino da yoga o un asciugamano.
Il saluto al sole
Avete mai sentito parlare della posizione del cane e di quella del cobra? queste sono soltanto due delle 12 poses che compongono la sequenza dell’Hatha Yoga conosciuta con il nome di Surya Namaskar, o saluto al sole. Secondo la tradizione induista, il sole rappresenta l’anima di tutti gli esseri viventi, per cui è giusto onorarlo. Per questo motivo, questa sequenza motoria dedicata al sole è carica di simbolismo e spiritualità.
Sono tante le versioni praticate, ma tutte includono esercizi di allungamento, contrazioni e affondi. Si tratta di un’attività motoria che attiva i muscoli delle gambe, dell’addome, delle braccia e della schiena. Insomma: una sequenza completa e per lo più perfetta per coloro che non hanno tanto tempo a disposizione.
La respirazione, durante questa pratica così come durante qualsiasi sessione yoga, non è un dettaglio da tralasciare; è, anzi, una parte fondamentale. Ad ogni posizione, infatti, corrisponde un numero di respiri. In particolare, bisogna respirare (inspirando ed espirando dal naso) prima 3, poi 5, ed infine 7 volte.
Controllo ritmico del respiro
A proposito di sequenze di respiri, un altro esercizio yoga ideale per coloro che, lavorando da remoto, sono vittime di un senso di isolamento e di stress emotivo, è il Pranayama. Che cos’è? una pratica che non è volta al movimento, ma è basata su semplici esercizi di respirazione di vario tipo.
Il Pranayama ci aiuta a osservare le nostre emozioni, attraverso il controllo del respiro e della mente, e a ridurre le tensioni mentali. Respirando possiamo davvero rilassare mente e corpo.
Insomma, non vi resta che inspirare ed espirare, prima di tornare di nuovo alla scrivania!
Ese lo sforzo che facciamo alla cyclette o sul tapis roulant servisse non solo al nostro benessere, ma anche a quello del pianeta? Il mondo del fitness diventa sempre più green grazie a nuove attrezzature ottimizzate energeticamente e una miriade di accessori ecosostenibili.
Un’offerta di mercato sempre più ampia ci consente di dare il nostro contributo alla sostenibilità ambientale. Ecco come l’ora dello sport può fare la differenza per la salute del nostro ecosistema.
Abbigliamento eco-friendly
Ci sono molti accorgimenti che possiamo prendere per rendere le nostre abitudini ecosostenibili, e uno di questi è senz’altro acquistare consapevolmente i nostri indumenti.
Il settore della moda sta ampliando la propria offerta per rispondere alle esigenze di consumatori sempre più consapevoli e anche i grandi marchi hanno dimostrato la loro solidarietà alla lotta contro l’emergenza climatica. Asciugamani di bamboo, magliette biodegradabili e scarpe da ginnastica vegane al 100% sono solo alcuni dei prodotti disponibili sul mercato della moda sportiva ecologica.
I tessuti bio più diffusi sono la canapa, il cotone organico e il poliestere di riciclo. Puoi trovare tutti gli indumenti di cui hai bisogno per allenarti consapevolmente: calzini, leggins, top e shorts. Ormai esiste una versione ecologica per ogni capo del tuo guardaroba sportivo. Basta solo entrare nell’ottica giusta.
Gadget e attrezzature sportive sostenibili
Non dimenticare di salutare la tua vecchia bottiglietta di plastica. Cambiare le nostre abitudini è fondamentale, ed evitare gli sprechi è senz’altro una delle priorità se vuoi diventare uno sportivo che aiuta l’ambiente. Ormai puoi trovare una borraccia ecologica senza nessuna difficoltà.
Avrai solo l’imbarazzo della scelta. La stessa cosa vale per il deodorante: esistono prodotti naturali che ti potrebbero sorprendere per efficacia e funzionalità.
Per gli amanti dello yoga, il tappetino realizzato con materiali riciclabili è un must. E per i frequentatori della palestra, lo sapevate che esistono tecnologie di risparmio energetico applicate agli attrezzi sportivi?
Alcune palestre sono già in grado di generare energia da cyclette e stepper grazie ad appositi convertitori. Per gli amanti dell’outdoor, sappiate che esistono zaini, cappellini e occhiali da sole in linea con le tendenze di moda etica. Ogni sportivo può davvero fare la sua parte.
Cambiare abitudini per sostenere l’ambiente
Alle volte siamo talmente presi dalle nostre abitudini che pensare di cambiarle ci spaventa o ci impigrisce. Eppure potrebbe valerne la pena, come nel caso delle pratiche sportive sostenibili. Preferire attività e palestre all’aria aperto piuttosto che al chiuso è una scelta che ha un impatto positivo sull’ambiente, assieme all’acquisto responsabile di accessori ecologici.
Preferire metodi di spostamento lenti come bicicletta, camminata o corsa è un altro modo per dimostrare la nostra solidarietà al pianeta, così come minimizzare l’uso di automobili e aerei quando è possibile. La sostenibilità è uno stato d’animo oltre che una serie di accessori e prodotti a tua disposizione, e integrare nel tuo guardaroba una t-shirt realizzata con materiali riciclati o organici può essere solo l’inizio di un grande viaggio di scoperta fuori e dentro di te.
Lo sapevi che esistono sul mercato magliette realizzate dal latte che idratano la pelle quando le indossi o canotte fabbricate grazie al riciclo di bottiglie di plastica che sono più elastiche del normale? Il fitness ecologico offre sempre più soluzioni per combattere l’emergenza climatica e anche il tuo viaggio, forse, è appena cominciato.
Avolte confondiamo il fatto di non avere malattie gravi con l’essere in salute. Seguendo questo modo di pensare non facciamo prevenzione e iniziamo a curarci solo quando il disturbo si presenta.
Non teniamo in considerazione che il corpo può metterci anni per manifestare un problema, e che spesso quando si manifesta è già molto grave e difficile da curare.
Diversi studi hanno dimostrato che molte persone, senza saperlo, soffrono di una carenza di vitamine. Questo causa un malfunzionamento dell’organismo e, nel lungo periodo, può portare a malattie anche gravi.
Queste carenze sono definite croniche, perché costanti e derivanti da un’alimentazione sbagliata, o non abbastanza ricca e completa.
Come sopperire a queste carenze? Innanzitutto con una dieta veramente sana ed equilibrata, ricca di frutta e verdura, oli vegetali, legumi, tuberi e cereali integrali. Ma quando questa non basta, potrebbe essere necessario ricorrere all’uso di integratori alimentari.
Quando assumere integratori
Gli integratori sono vitamine e minerali di sintesi chimica che supportano il corpo aiutandolo a sopperire a varie carenze. Sono ormai largamente utilizzati da gran parte della popolazione, il loro mercato è sempre in crescita e sono facilmente reperibili anche nei supermercati.
Proprio perché non serve una ricetta medica, spesso si acquistano con troppa leggerezza o per usi errati. Chi, ad esempio, utilizza gli integratori in sostituzione al cibo e con lo scopo di dimagrire va incontro a gravi problemi di salute.
Gli integratori non possono sostituire una dieta sana, essi sono concepiti per appunto “integrare” nella dieta sostanze nutritive carenti. Vanno quindi assunti quando esiste un’effettiva carenza, quindi dopo aver fatto i dovuti accertamenti e aver consultato un medico.
No al fai da te
Nessun integratore fa bene a tutti. L’utilizzo di ogni integratore va sempre approvato dal proprio medico curante. No quindi al fai da te, che può portare a conseguenze anche gravi.
Non è detto infatti che perché un prodotto sia di derivazione vegetale, allora sia innocuo per il nostro organismo. Alcune sostanze, come la vitamina C, possono essere dannose se assunte in eccesso.
In altri casi invece, l’assunzione di integratori può interferire con il funzionamento di altri farmaci in uso. La regola è quindi: sempre consultare un medico o un nutrizionista, che saprà individuare le nostre carenze specifiche e consigliarci sul dosaggio giornaliero.
Integratori utili da assumere in sicurezza
Abbiamo detto che nessun integratore può sostituire una dieta sana e ricca di nutrienti. L’alimentazione è da considerare la nostra risorsa principale per un fisico in salute.
Detto questo, ci sono comunque alcune vitamine che il nostro corpo fatica a trovare in natura. Queste sono ad esempio Omega3 e vitamina D. Gli Omega3 sono importantissimi antiossidanti che giocano un ruolo fondamentale nella disintossicazione dell’organismo.
La vitamina D invece è essenziale per la salute di ossa, pelle e denti, importante quindi per la prevenzione dell’osteoporosi negli anziani.
Sappiamo che il nostro corpo non assume giornalmente una dose sufficiente di queste vitamine, perché contenute in bassa quantità nel cibo. È una buona idea quindi assumerle tramite integratori, sempre sotto consiglio medico.
Sempre più in voga negli ultimi anni, ottimo momento di bellezza e relax ma facile da realizzare anche a casa, la sauna facciale e’ il trattamento del momento.
Il concetto è molto semplice: la sauna facciale e’ un procedimento di pulizia del viso molto profondo che, sfruttando i vantaggi del vapore, va a detergere in profondità tutte le aree del viso e del collo, comprese quelle più difficili da raggiungere (gli angoli del naso ad esempio).
A ognuno la sua sauna
Inizialmente riservato ad uso quasi esclusivo di estetiste ed esperti di beauty, che eseguivano il trattamento nel centri di bellezza specializzati, oggi la sauna facciale e’ facilmente acquistabile quasi ovunque, sia online che nei negozi specifici, ad un costo veramente contenuto quindi assolutamente alla portata di tutti.
Naturalmente ne esistono di diversi modelli, dai più semplici ai più sofisticati. Il funzionamento e’ comunque piuttosto semplice così come l’uso e l’effetto finale: basta solo saper scegliere il modello più adatto alle proprie esigenze.
Sauna facciale o normale detersione? Cosa scegliere e quando
Premesso che la detersione quotidiana del viso con prodotti specifici e adeguati alla propria tipologia di pelle e’ il primo fondamentale passo per avere una pelle bella, sana, elastica e per prevenire i danni provocati da agenti esterni e dal normale processo di invecchiamento, la detersione e la sauna facciale hanno due obiettivi molto diversi e due utilizzi ben specifici.
La detersione “superficiale” del viso deve essere fatta quotidianamente, mattina e sera, ed e’ indispensabile per risvegliare la pelle dalla stasi notturna e darle una sferzata di energia la mattina e per pulirla dall’azione spesso nociva dei fattori esterni la sera (inquinamento, polvere, sole ma anche stress e stanchezza).
La sauna facciale e’ invece un trattamento di pulizia che agisce in profondità, supera il primo strato di pelle e va a detergere in maniera importante il viso, agendo sui pori e portando una serie di grandi benefici al viso e alla sua bellezza.
Proprio per questa sua azione profonda, la sauna facciale e’ un vero e proprio trattamento di bellezza e come tale va eseguito non più di una volta ogni due settimane (molto dipende dal tipo di pelle che si deve trattare) per evitare che la sua azione diventi troppo invasiva e nociva.
I benefici della sauna facciale
Sfruttando le proprietà rivitalizzanti, igienizzanti e profondamente purificanti dei vapori, la sauna facciale svolge un’azione di detersione veramente importante.
Superato il primo strato di epidermide, il vapore pulisce in profondità i pori che vengono così “aperti” e detersi in profondità, con un effetto finale di eliminazione di sebo in eccesso e di impurità e di sporco, che spesso ostruiscono la pelle impedendole di “respirare” bene.
La pelle, finalmente libera da ostruzioni e “detossinata”, appare immediatamente più tonica ed elastica, riacquista il suo colore e tono, si libera degli antiestetici puntini neri e zone lucide, ed e’ pronta per ricevere i trattamenti successivi.
Questo è un dato cruciale che rende la sauna facciale un trattamento indispensabile per la pelle: un’epidermide sporca e “ostruita” da sporco e impurità non può ricevere efficacemente i principi attivi dei trattamenti che vengono applicati dopo la detersione.
Creme idratanti, antirughe, sieri e altri prodotti vengono assorbiti con maggiore efficacia da un pelle pulita e perfettamente “libera”.
Bellezza profonda e relax: i vantaggi di una sauna facciale
Oltre agli effetti “visibili” sull’epidermide (tono, elasticità, colore), la sauna facciale agisce in maniera benefica anche a livello più profondo: riattiva la microcircolazione e permette l’eliminazione di cellule morte, favorendo il processo di creazione di nuove cellule, effetti questi determinane per una pelle sana e per un globale effetto “antiage”.
Ultimo ma non meno importante, la sauna facciale offre un momento di vero relax, aspetto da non sottovalutare in una routine spesso troppo frenetica: un momento di bellezza tutto per se’ vale moltissimo e non solo a livello estetico!
Capita spesso di incontrare, per le strade delle città, gruppi di ciclisti intenti a pedalare in fila indiana.
A questa vista, molti sono i non-ciclisti che fanno fatica a comprendere cosa li spinge a svegliarsi all’alba per percorrere diversi kilometri in bicicletta, mettendo sotto pressione il corpo e la mente.
Il ciclismo è senz’altro uno sport impegnativo e laborioso sia dal punto di vista fisico che mentale: richiede forza d’animo e motivazione. Perché decidere di sforzarsi tanto? certo, per ridurre l’inquinamento, o per mantenersi in forma. Ma non è tutto!
La verità è che l’elemento grave della fatica passa in secondo piano, quando c’è la passione! È risaputo: quando facciamo un lavoro o uno sport che ci appassiona, ci sentiamo molto meno sopraffatti e affaticati.
I ciclisti che decidono di pedalare per lunghe percorrenze, magari in salita, non lo fanno solo per non inquinare e per mantenersi in forma, ma soprattutto perché sono spinti da una forte attrazione verso quel tipo di attività.
Ed è proprio l’elemento della passione, più di tutto il resto, a motivare i ciclisti.
Le cycling holidays e il ciclismo che coinvolge
La passione per il ciclismo può essere così totalizzante da intrufolarsi in ogni sfera della vita di un ciclista, ad esempio nelle vacanze! Avete mai sentito parlare delle cycling holidays? si tratta di veri e propri viaggi in bicicletta, guidati e non.
Molti di questi giri, che possono essere sia solitari che di gruppo, sono delle vere e proprie esperienze immersive che offrono la possibilità di scoprire i punti più nascosti di una regione, quelli difficilmente raggiungibili in macchina o con altri mezzi di trasporto.
Il concetto stesso di cycling holidays prevede la presenza di una passione, o comunque una certa predisposizione naturale, verso il ciclismo.
Insomma, la vacanza in bicicletta non è sicuramente la vacanza giusta per coloro che considerano il ciclismo un lavoro faticoso e scocciante, m riguarda i più coinvolti nel ciclismo.
Questi ultimi si cimentano in percorsi turistici alla scoperta di luoghi sensazionali, e lo fanno senza separarsi dalle loro biciclette.
3 percorsi italiani dedicati ai ciclisti
La modalità vacanziera fatta apposta per gli amanti della bicicletta è una realtà globale. L’Italia, grazie alle sue bellezze naturalistiche e culturali, si sposa perfettamente con le cycling holidays.
A seguire, vogliamo parlarvi di alcuni percorsi che ci offre il nostro paese: ve n’è di tutti i tipi, dal percorso in montagna a quello sulla costa!
La via Francigena: dalla Toscana a Roma
Questo percorso attraversa la Toscana e ha Roma come capolinea. Si tratta di un antico tour rimodellato: la lunghezza della versione originale è di 1.800 km, ed ha come tappa di partenza Canterbury.
Oggi è possibile seguire le orme dei pellegrini in bicicletta, esplorando diversi borghi e paesaggi mozzafiato caratteristici della Toscana.
Inoltre, tra una pedalata e l’altra è possibile fermarsi per assaggiare i piatti e i vini più buoni.
Le montagne dell’Alta Badia
Pedalare nella zona dell’Alta Badia, tra le dolomiti, è un’occasione perfetta per respirare aria di montagna e per godere di alcuni gioielli naturalistici di alta qualità.
D’altronde, le dolomiti sono riconosciute come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO! I ciclisti che decidono di percorrere questo itinerario hanno il piacere di imbattersi, tra le altre cose, anche con una cultura singolare: quella ladina.
Dal Cilento alla Costiera Amalfitana
Per i ciclisti appassionati che preferiscono la vista mare, il percorso che va dal Cilento alla Costiera Amalfitana rappresenta un must.
Spostandosi dalla primitività cilentana all’eleganza della costiera su cui si posa la città di Amalfi, passando per una delle città greco-romane più amate, Paestum, i ciclisti possono coniugare la loro passione per la bicicletta con quella per le sfumature azzurrine del mare.
Può spesso capitare di sentirsi gonfi, stanchi, di avere difficoltà nella digestione o a perdere peso, di sentirsi più “doloranti” e affaticati del solito.
Scarsa energia, frequenti emicranie e spesso cattivo umore sono altri stati che possiamo riconoscere e ammettere di frequente.
Immediatamente si è portati a pensare di avere delle problematiche legate al sistema digestivo, intestinale oppure di essere intolleranti a qualche alimento.
Ciò può essere senz’altro vero ma nella maggior parte dei casi, questi sintomi stanno ad indicare che il corpo sta sperimentando un malfunzionamento a livello metabolico che si manifesta con uno stato generale e cronico di infiammazione sistemica.
L’infiammazione infatti non si traduce solo con un’arrossamento di una zona del corpo o con una sensazione di bruciore diffuso.
Le sue manifestazioni sono molto più profonde e vanno a coinvolgere diverse funzioni e stati del corpo, rendendo spesso difficile riconoscere la vera origine che l’ha provocata.
I pericoli delle infiammazioni croniche
Oltre ad essere particolarmente fastidiose, le manifestazioni di infiammazione andrebbero monitorate e gestite subito insieme ad uno specialista perché spesso sono focolai localizzati che possono dar origine a problematiche di salute ben più serie: diabete, malattie vascolari, malattie cardiache.
E’ quindi bene sottoporsi periodicamente a esami di controllo e a heck up completi in modo da monitorare il proprio stato di salute generale e intervenire laddove necessario.
Ci sono tuttavia delle indicazioni e delle abitudini che se ripetute costantemente e inserite in uno stile di vita sano ed equilibrato, possono contribuire in maniera importante a combattere le infiammazioni e a sviluppare una maggiore “forza e resistenza” rispetto a questi fastidiosi problemi.
Nuove abitudini, più salute e benessere
E’ ormai risaputo e universalmente riconosciuto che la salute inizia a tavola. Un’alimentazione corretta e bilanciata e’ sicuramente il primo fattore da considerare e mettere in pratica non solo per combattere le infiammazioni ma per ottenere uno stato di salute ottimale e una sensazione di benessere generalizzato.
“Siamo quello che mangiamo” e in effetti il corpo riflette gli alimenti che introduciamo nel nostro corpo e la loro qualità. E’ quindi necessario e un gran bene rivedere le proprie abitudini alimentari e – se necessario – modificare la propria dieta.
Consumare quotidianamente abbondanti porzioni di frutta e verdura fresche e di stagione e’ senz’altro la prima regola da seguire in una dieta bilanciata e corretta. Frutta e verdura sono infatti molto ricche di sostanze antiossidanti che possono tenere nella norma i valori del pH del corpo.
Limitare zuccheri bianchi e cereali raffinati ma anche grassi animali, fritti ed eccessi di alcol e caffeina. Alimenti che provocano un accumulo di radicali liberi nei tessuti e che intasano letteralmente il sistema cardiocircolatorio.
Favorire alimenti freschi, in particolare pesce e carni bianche. Preferire cereali integrali, fonti di fibre, introdurre i legumi nella propria alimentazione.
Ma anche idratarsi molto prediligendo acqua naturale e abolendo le bevande gassate e zuccherate.
Ci sono poi alimenti e spezie che hanno un alto potere disinfiammante e antiossidante e che andrebbero introdotti nella propria alimentazione: curcuma e zenzero, ad esempio, sono utilizzati da tempo molto antichi proprio per queste loro proprietà.
Ma anche il limone e l’aloe vera, rimedi riconosciuti per disinfiammare e depurare il corpo.
Uno stile di vita sano comprende altre importanti abitudini da non sottovalutare, anzi, da rispettare e tenere bene a mente. Sport e movimento sono assolutamente consigliati in quanto la sedentarietà e’ una causa importante delle infiammazioni corporee.
Basta poco tempo al giorno, anche solo una camminata a passo sostenuto in mezzo alla natura (se possibile) per dare una sferzata di energia al proprio metabolismo e ritrovare uno stato di salute ottimale.
Ma anche riposare adeguatamente la notte e – per quanto possibile – evitare stati di profondo stress, che è assolutamente letale e una delle cause principali degli Stati infiammatori.
Bastano poche abitudini per cambiare il proprio stile di vita: i risultati saranno immediatamente visibili e daranno un nuovo e ampio respiro al corpo (e quindi anche allo spirito!).
Tutti ce lo ripetono: mangiare sano, tanta frutta e verdura, fare una dieta varia ed avere un corretto apporto di vitamine.
Ma quali sono queste vitamine? E soprattutto, in che alimenti trovarle? A, C, E, D, B6 e B12: il nostro corpo ci richiede un apporto quotidiano di queste vitamine per evitare scompensi che lo indebolirebbero.
Anche minerali come ferro, magnesio, zinco e selenio sono fondamentali per il buon funzionamento del sistema immunitario.
Per essere sicuri che la nostra dieta sia effettivamente completa di tutti i nutrimenti necessari, è bene non improvvisare e rivolgersi ad un dietologo o nutrizionista professionista.
Nel frattempo però, vogliamo svelarvi alcuni alimenti ricchi di vitamine e minerali che possono facilmente essere integrati nell’alimentazione quotidiana.
Frutta secca (vitamina E)
La vitamina E, indispensabile per rafforzare la nostra barriera cutanea, si trova abbondantemente in tutta la frutta secca.
Mandorle, pinoli, nocciole e noci sono un toccasana per la salute. Ma anche frutta essiccata come uvetta, mango, prugne e fichi, che contengono numerosi oligoelementi come potassio e magnesio.
Legumi (zinco, ferro)
I legumi sono ricchi di proteine e sali minerali, quegli elementi fondamentali per la costituzione di ossa e tessuti e per la regolazione di varie funzioni corporee.
Fagioli e ceci sono ricchi di zinco, mentre le lenticchie vantano un’abbondante presenza di ferro.
Funghi (vitamina D)
La vitamina D è importantissima per ossa, denti e pelle, ma è così difficile reperirla in natura che il corpo è spesso costretto ad autoprodurla, sfruttando l’energia derivante dall’esposizione al sole.
La maggior parte dei vegetali ne è infatti completamente priva, ad eccezione dei funghi. È una buona idea quindi integrarli nella nostra dieta quotidiana. Il modo migliore per assimilare la loro vitamina D è mangiarli crudi tagliati sottili nell’insalata.
Semi (proteine, acidi grassi, fibre)
I semi dovrebbero essere definiti dei superalimenti per la mole di proteine, acidi grassi e fibre vegetali che contengono.
I semi di sesamo sono ricchi di calcio, quelli di zucca di zinco e omega3, quelli di chia ottimi per il fabbisogno giornaliero di fibre vegetali.
Infine i semi di lino sono degli antiossidanti naturali e hanno poteri benefici su praticamente tutto il nostro organismo, dal cervello, al sistema riproduttivo, al cuore. Da non restarne mai senza in dispensa!
Peperoncino (vitamine A e C)
Fin dall’antichità i popoli dell’America centrale sapevano delle fantastiche proprietà nutritive del peperoncino e lo utilizzavano sia in cucina sia come rimedio naturale per vari sintomi, come mal di denti o dolori muscolari.
Questa spezia dal gusto piccante è infatti ricca di vitamina A e C, fondamentali per il corretto funzionamento del nostro sistema immunitario. Il peperoncino contiene anche abbondante vitamina E, importante antiossidante.
Cioccolato (magnesio)
Non c’è bisogno di raccomandarne un consumo quotidiano, molti di noi già ne vanno ghiotti. Il cioccolato, cibo afrodisiaco, sempre efficace nel tirarci su il morale stimolando la produzione dell’ormone della felicità.
Ma non tutti sanno che il cioccolato è anche un potente antiossidante ed è ricchissimo di magnesio, minerale regolatore di molte delle nostre funzioni vitali.
Tutti conoscono il potere di una buona colonna sonora per indurre la concentrazione o lo studio. O anche solo per passare serenamente una cena tra amici.
Ma forse non hai mai pensato che le cuffiette che ti metti prima di iniziare il tuo workout quotidiano sono uno strumento che realmente migliora le tue performance. Quindi, qual è la correlazione tra sport e musica?
Cosa dice la scienza
Innanzi tutto bisogna chiedersi se è vero che la musica migliora le nostre performance sportive, o se è solo una percezione. Ne è assolutamente convinto il medico Costas Karageorghis, attualmente ricercatore presso la Brunel University, a Londra.
Un esperto nel settore, che in una ricerca pubblicata nel 2011 sulla Rassegna internazionale di psicologia dello sport e dell’esercizio fisico descrive tutti i benefici della musica applicata allo sport.
Per sintetizzare: la musica è “ergogenica”. Ciò significa che “fa venire voglia di fare le cose”: in sostanza, il cervello innesca reazioni fisiologiche nei muscoli. Quindi sì, le performance migliorano davvero. Migliorano al punto che il dottor Costas è stato scelto come consulente per la colonna sonora della Run to the Beat half-marathon di Londra.
Ci sono diversi tipi di ritmo
La velocità del ritmo si percepisce istintivamente, perché il nostro orecchio è ormai abituato a sentire canzoni su diverse piattaforme, in diversi ambienti e pressoché ogni giorno.
In musica il ritmo si misura in bpm, “battiti per minuto”. I bpm sono noti al grande pubblico degli atleti dilettanti, perché si usano anche per la misurazione della frequenza cardiaca, e non è un caso che l’unità di misura sia la stessa.
Infatti se durante un allenamento sportivo la frequenza musicale è impostata correttamente, è addirittura possibile modificare lo sforzo muscolare, e con esso la frequenza cardiaca.
Ma visto che c’è anche chi ascolta Vivaldi durante il workout, va fatta una precisazione: l’abbinamento tra battito cardiaco e musica può essere di due tipi, asincrono e sincrono. Quando il rapporto è asincrono, la musica compare in “sottofondo” e dà un generico benessere psicologico.
A volte invece il ritmo musicale si avvicina a quello del nostro battito, e noi tendiamo istintivamente verso un “sincrono”: ciò significa che siamo spinti, spesso inconsciamente, a svolgere movimenti che sono a ritmo di musica. Vivaldi a questo punto potrebbe non essere più adatto.
Come si sceglie il ritmo giusto
È evidente a questo punto che un atleta può spingere consapevolmente il proprio battito ad andare al ritmo della musica “giusta”. A scegliere il ritmo giusto ci aiuta il dottor Costas Karageorghis con alcuni consigli pratici.
All’inizio, scegliete la musica con un ritmo relativamente lento in modo da non consumare troppa energia psicologica. Scegliete però canzoni che vi stimolino, per il testo o perché vi piace l’artista.
Man mano che l’allenamento procede, è buona cosa cominciare a abbinare il ritmo della musica al vostro ritmo cardiaco di lavoro. Le bpm ottimali sono circa il 5% in più rispetto alla frequenza cardiaca di lavoro. Fermatevi ai 140 bpm, o rischierete un “effetto tetto”: continuando a salire non migliorerete la vostra performance, ma vi stancherete e basta.
Adesso vi chiederete… Come calcolo il ritmo di lavoro? Una soluzione è farsi filmare da un amico, e solo in un secondo momento cercare la musica che si abbina al ritmo del vostro movimento. E se non siete interessati a migliorare le vostre performance… Avete una scusa in più per continuare ad ascoltare buona musica!
Chi non ha mai visto in televisione le pubblicità dedicate agli elettrostimolatori? Questi strumenti sono, oramai, in commercio da tantissimo tempo, e diversi sono i modelli disponibili.
Si tratta di apparecchi capaci di agire sulla contrazione dei muscoli attraverso degli impulsi elettrici a bassa frequenza. Come funziona? bisogna semplicemente posizionare meticolosamente gli elettrodi sui muscoli interessati, ed azionare il programma giusto.
La tecnologia che stimola i muscoli grazie agli elettrodi può essere utilizzata per scopi riabilitativi, estetici e sportivi.
L’elettrostimolatore, infatti, può risultare utile non soltanto a chi, dopo un incidente, necessita di un periodo di riabilitazione, ma anche a chi ha intenzione di tonificare e rassodare i muscoli.
In quest’ultimo gruppo rientrano anche quelle donne che, nella fase post-parto, ci tengono a riacquisire il tono muscolare perso durante il periodo di gravidanza.
Molte neo-mamme devono, infatti, confrontarsi con diversi cambiamenti fisici; e questo può rappresentare un grattacapo per alcune.
Siete insoddisfatte della vostra nuova forma fisica e cercate un modo efficace per tonificare i muscoli dell’addome e dei glutei?
L’elettrostimolazione post-parto potrebbe rinvigorire il vostro corpo, accelerando i tempi di recupero. Il sito habu.it ha confrontato i marchi più famosi degli elettrostimolatori sul mercato e grazie alla scelta dell’apparechio giusto, questo metodo di allenamento diventa semplice e veloce: agisce sui muscoli che ne hanno bisogno, ed è poco impegnativo.
Tuttavia, ci teniamo ad anticiparvi che non basta affidarsi all’elettrostimolazione per ottenere la forma fisica desiderata. Cerchiamo di capire meglio la situazione.
L’elettrostimolatore è un’opzione valida per le neo-mamme
Durante la gravidanza è assolutamente controindicato l’uso dell’elettrostimolatore. Gli impulsi elettrici, seppur a bassa frequenza, potrebbero danneggiare gravemente la salute del feto. Non solo: anche mentre si allatta è sconsigliato servirsi di tali strumenti!
Nella fase successiva al parto e all’allattamento, invece, ci sono tutti i presupposti per preferire la modalità di tonificazione muscolare basata sugli impulsi elettrici. Se non si ha troppo tempo da dedicare al fitness (ad esempio iscrivendosi in palestra), allora è giusto chiedere l’aiuto degli elettrodi.
Oltre ad agire sul pavimento pelvico (riducendo gli episodi d’incontinenza), e ad eliminare gli inestetismi causati dalla ritenzione idrica, gli elettrodi si occupano anche della tonificazione muscolare.
Nella fase post-parto, sono diverse le aree del corpo che si mostrano particolarmente indebolite: gli addominali, cosce e fianchi, i muscoli lombari e dorsali. Gli elettrodi possono funzionare tonificando e rafforzando tutte queste zone.
Gli elettrodi vengono scelti in base alla forma e alla tipologia. Una volta fatto ciò, devono essere posizionati correttamente sui muscoli interessati.
Per far sì che agiscano efficacemente è importante leggere le istruzioni d’uso del prodotto e, se possibile, chiedere anche consiglio ad un professionista. Non si è mai troppo prudenti!
Non vi aspettate miracoli
Chiaramente se scegliete questa via, dovete essere consapevoli del fatto che, prima di tutto, i risultati saranno di qualità diversa rispetto a quelli che si otterrebbero attraverso un regolare allenamento.
Non pensavate mica di cavarvela così facilmente? La contrazione muscolare che si sperimenta attraverso l’elettrostimolazione è di tipo involontario, mentre l’attività motoria produce contrazioni muscolari volontarie.
Inoltre, l’elettrostimolazione lavora solo su alcuni muscoli; al contrario, quando ci muoviamo, alleniamo l’apparato muscolare nella sua totalità.
Il nostro consiglio, dunque, è quello di accostare sempre un tipo di allenamento, anche leggero, all’elettrostimolazione.
Non vi stiamo dicendo che dovete obbligatoriamente iscrivervi in palestra! potete benissimo decidere di dedicarvi all’attività fisica restando a casa. La home fitness è ormai una pratica conosciuta e verificata!
Un altro punto a cui dovete fare attenzione è sicuramente la dieta. Credete che dopo aver finito la sessione giornaliera di elettrostimolazione vi è consentito aprire la dispensa e inghiottire un bel pacchetto di patatine?
Ovviamente potete farlo se volete, ma, così facendo, il miglioramento del tono dei muscoli diventa un miraggio.
Dunque, attenzione ai cibi con calorie vuote, poco nutrienti e ricchi di grassi saturi: prediligete sempre uno stile di vita sano e una dieta equilibrata.
Sono lontani i tempi in cui ci addormentavamo beati ovunque i nostri genitori ci mettessero. Il sonno profondo e appagante dell’infanzia permette all’essere umano di crescere e svilupparsi durante i primi anni di vita: lo sviluppo del cervello si completa per la gran parte, circa il 70%, dopo la nascita, e alcune fasi del sonno rivestono un’importanza fondamentale in questo processo. Ma se il sonno di un bambino è sacro, quello di un adulto non lo dovrebbe essere meno.
È risaputo infatti come la carenza di sonno possa portare con sé molti problemi nel lungo periodo, oltre ad avere effetti immediati sulle funzioni cerebrali e la produzione di ormoni. Molte persone sperimentano difficoltà in tutte le fasi del sonno: addormentarsi, mantenere il sonno durante la notte, svegliarsi all’ora giusta e non prima del tempo, alzarsi dal letto alla mattina con sufficiente energia.
Melatonina, l’alleata di Morfeo
Negli ultimi anni se n’è fatto un gran parlare: la melatonina è diventato uno degli integratori più diffusi e utilizzati per migliorare la qualità del sonno. Eppure molti ancora non sanno che la melatonina il nostro corpo la produce in autonomia; per questo motivo possiamo attuare alcuni accorgimenti per favorirne la giusta produzione da parte della ghiandola pineale. Innanzitutto, seguire le orme di Dracula e creare il buio totale in camera da letto.
In condizioni di scarsa luminosità, infatti, la ghiandola pineale incrementa la produzione dell’ormone melatonina. Dire che quest’ultima favorisca il sonno è riduttivo: essa regola il ritmo circadiano del sonno-veglia. Valori normali di melatonina ci aiuteranno dunque a godere di un sonno regolare, e la regolarità è la prima amica dell’energia. Difatti, per sentirsi pieni di energia al mattino occorre anche rispettare i propri ritmi: andare a letto e svegliarsi più o meno sempre alla stessa ora.
Un ambiente ovattato
Certamente, il buon sonno va aiutato. E il buon sonno è ciò che ci permette di ricaricare le energie, fisiche e mentali: i disturbi psicologici e dell’umore sono strettamente legati a una scarsa qualità del sonno.
Il buio è solo uno degli elementi da considerare quando si prepara la stanza per la notte; è importante anche assicurarsi che non ci siano fonti di rumore, che la temperatura della stanza non sia elevata e che ci sia il giusto grado di umidità.
Va da sé che, se non è possibile ottenere queste condizioni, dovremo metterci una pezza: fortunatamente mascherine da notte e tappi per le orecchie sono ormai accessori diffusissimi.
Del resto, se si riesce nell’impresa di dormire in aereo durante un lungo viaggio, adeguare l’ambiente domestico per favorire un sonno ristoratore è decisamente alla portata di tutti.
Disconnettersi prima di dormire
Ultimo elemento che vale la pena considerare per garantirsi una bella dormita: la disconnessione. Almeno un’ora prima di dormire spegnere qualsiasi dispositivo elettronico, in quanto la luce blu proveniente dagli schermi “inganna” la mente, facendole credere che sia ancora giorno e disturbando il ciclo sonno-veglia.
Una mente intenta in pensieri e ragionamenti non ci permetterà facilmente di prendere sonno: il modo migliore per svuotarla? Una breve meditazione prima di coricarsi, per disconnettersi totalmente.